mercoledì 26 febbraio 2014

Gatti e Ratti: proprio un bel matrimonio

Abbiamo già parlato di gatti-sindaco.
Questa volta la gatta in questione ha addirittura celebrato un matrimonio.

La cerimonia
Gli sposi con Massimo Rossi, il dipendente del Comune che si occupa della gatta
La torta nuziale

Il comune è quello di Gravellona Lomellina (Pavia) e gli sposi sono Laura Trolese e Alessandro Barone, due amici degli animali che hanno donato la cifra che sarebbe stata normalmente destinata alle bomboniere al gattile di Vigevano. La gatta si chiama invece Marina, ed ha ereditato l'incarico da Pippi, la prima gatta sindaco di Gravellona Lomellina purtroppo scomparsa alcuni mesi fa.
E volete sapere come si chiama il sindaco che ha celebrato la cerimonia? Francesco RATTI!


Un comune gattaro, quello di Gravellona Lomellina. Guardate Pippi, al tempo del suo "mandato":




martedì 25 febbraio 2014

venerdì 21 febbraio 2014

lunedì 17 febbraio 2014

La festa del gatto

Per volontà delle maggiori associazioni feline il 17 febbraio viene celebrato da anni come la Giornata Nazionale del Gatto. Moltissime le iniziative.


A Milano, per l'edizione 2014 Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico, in collaborazione con Urban Pet (www.urbanpetitalia.com), allestisce la mostra:

MIAO, SI GIRA! 
I gatti protagonisti del grande cinema da Colazione da Tiffany a Gli Aristogatti 
16 febbraio – 7 aprile 2014 FERMO IMMAGINE 
Museo del Manifesto Cinematografico di Milano Via Gluck, 45 – Milano 

Ingressi: 5 euro (intero) - 3 euro (ridotto) - Dal martedì alla domenica: 14.00-19.00 – Lunedì chiuso Info: 02/36505761 - www.museofermoimmagine.it .Lunedì 17 febbraio, Giornata Nazionale del Gatto, il museo resterà eccezionalmente aperto dalle 14.00 alle 22.00.

100 manifesti, tra fotobuste, foto di scena, soggettoni e locandine di film in cui il gatto compare come fuggevole comparsa, orgoglioso protagonista oppure come “aggattivante” metafora… Dal micione rosso senza nome che compare in “Colazione da Tiffany” agli scatenati “Aristogatti”, dal gatto detective di “FBI Operazione Gatto” all’avventuroso “Gatto con gli Stivali”, dalla sensuale Catwoman al Siamese misterioso di “Una strega in paradiso” fino al nostrano gatto condominiale che “cuce” le divertenti storie ne “Il Gatto” diretto da Luigi Comencini e ai gatti horror di Stephen King, ecco un percorso espositivo che non mancherà di riservare tante sorprese! Per tutta la durata della mostra saranno organizzati incontri e rassegne cinematografiche a tema. 

La mostra è organizzata in collaborazione con Radio Bau (www.radiobau.it) e Youpet tv (www.youpet.it) a sostegno dell’Associazione Mondo Gatto.


Il programma per lunedì 17 febbraio
A partire dalle 20.30 la mostra si trasformerà nel magnifico castello del Marchese di Carabas, il fortunato padrone del mitico Gatto con gli Stivali, che sarà presente in mostra in carne, pelo e ossa, pronto a farsi fotografare con tutti i visitatori e aintrettenere gli ospiti con approfondite visite guidate alla mostra. Saranno ospiti graditi, con ingresso gratuito alla mostra, tutti coloro che si presenteranno con trucco o abito felino e chi si chiama Gatti, Gatto o Gattoni!
Ospite d’onore sarà il disegnatore Stefano Gargano “Kaneda” di duecuorieunagatta.net.
Il makeup artist Mario Sparacia truccherà da gatti i presenti. Poi musica, visite guidate, chiacchiere.

Ufficio stampa Fermo Immagine – Museo del manifesto Cinematografico Enrico Ercole - 349/542273 - enricoercole@libero.it

giovedì 13 febbraio 2014

A proposito... del gatto dei Coen

(attenzione! si racconta esplicitamente la trama del film)

Alla fine devo scriverne anch'io. Ne ho letto lodi sperticate, e critiche feroci per il trattamento riservato al povero gatto: io, pur fan dei Coen, non posso dirmi convinta della loro ultima fatica che ho trovato a tratti piuttosto noiosa. Beh, certo, ci sono quei gustosissimi momenti di comicità perfetta e ironia sottile di cui i fratelli sono insuperati maestri: l'agente infido e la sua segretaria-dattilografa per esempio, o le coppie ospiti dei Gorfein, gli amici che danno un letto allo sfigatissimo Davis - folksinger senza successo - quando è alla canna del gas.


Ed è dei Gorfein il gatto che accompagnerà Davis nel suo vagabondare inconcludente e disperato tra la Grande Mela e Chicago. Gatto che fugge e viene ritrovato e restituito ai proprietari, che lo rifiutano perché non è il loro Ulisse, gatto maschio, ma una gatta.
Quando Davis parte per Chicago con un luciferino musicista jazz è costretto a portarsela dietro. Mentre gli eventi precipitano e la tempesta infuria, Davis la abbandonerà. Nel viaggio di ritorno, più o meno nel punto dove aveva lasciato la povera bestia al suo destino, l'auto che sta guidando urta qualcosa: non riuscirà, e noi con lui, a capire di che animale si trattasse.
Più tardi, ancora ospite dei Gorfein, si sveglierà in una casa vuota con il gatto Ulisse. Il film, a questo punto, ricomincia dalla scena iniziale, con nuovi dettagli da cui si capiscono alcuni fatti accaduti in precedenza.
Ma, se ci pensiamo bene, per tutto il film (di cui ho trascurato molti particolari) Davis si barcamena nella scelta di continuare con la musica o riprendere il suo vecchio lavoro di marinaio, e quando sembra essersi deciso perde i documenti. Non sa cosa fare con l'acida ragazza che ha messo incinta. Decide di andare dal catatonico padre, ma quando sembra che il vecchio reagisca, beh, la situazione degenera. E anche con il gatto è così: non solo niente è come sembra, ma in qualche modo la bestia riapparirà nel buio lasciando Davis nel dubbio.
Questi dubbi, la perenne incertezza su scelte esistenziali sono un flusso di coscienza, lo stream of consciousness di joyciana memoria (e non per nulla il gatto si chiama Ulisse), un monologo interiore nell'offuscato sentire del dormiveglia: perché secondo me Davis ha sognato o immaginato tutto. Ha sognato la ragazza, il medico abortista, la sorella, l'agente, l'ufficio del sindacato, il jazzista tossico e il suo autista, l'impresario di Chicago, la fuga del gatto, l'ombra freudiana della bestia ferita lungo l'autostrada.
E si ritrova al punto di partenza, ben attento ad evitare che il gatto scappi dalla porta lasciata incautamente socchiusa. La giornata gli porterà scoperte amare cui Davis reagirà perdendosi in alcolici conforti dalle disastrose conseguenze. L'agnizione, nel finale, rivelerà a noi spettatori cos'è accaduto in quel vicolo sul retro del Gaslight, mentre all'interno un altro folksinger si sta esibendo con ben diversa fortuna. Qualsiasi cosa abbia deciso Davis della propria vita, sappiamo che la sua stella non ha certo brillato nel firmamento della musica. Il gatto dei Gorfein non è mai scappato, e la gatta rossa non è mai stata abbandonata.
Amici gattari, possiamo stare tranquilli. I Coen non ci hanno tradito.


martedì 11 febbraio 2014

Gatti volanti

Insieme a inondazioni, alberi sradicati, linee elettriche interrotte e tegole cadute, c'è chi ha dichiarato di aver visto gatti sollevati dalla forza del vento che ha sferzato il Regno Unito dal Kent alle Midlands sabato scorso tra fulmini, grandine e pioggia torrenziale.

I gatti volanti sono stati visti da Shirley Blay, che tiene i suoi cavalli a Chobham, Surrey .
"Abbiamo quattro gatti (non domestici) nel cortile ed erano stati sollevati circa 6 piedi da terra girando in tondo come un sacchetto di carta", ha detto alla BBC.
Nessuno dei gatti è stato ferito. Blay ha detto: " E 'stato un mini tornado, non riesco a descriverlo come qualcosa di meno". Il Met Office parla di una più probabile violenta e vorticosa raffica, piuttosto che un tornado. Venti di 75 miglia all'ora sono stati registrati a Lydd, Kent.



martedì 4 febbraio 2014

Fukumaru nell'orto

Fukumaru significa "un cerchio di buona fortuna." Fukumaru è un gatto bianco con bellissimi occhi - uno di colore diverso dall'altro - trovato anni fa da Misao Ihara.
Misao è la nonna del fotografo Miyoko Ihara, che ha dedicato all'anziana signora un reportage sulla sua vita con l'amato, inseparabile felino.


Altre foto qui.

domenica 2 febbraio 2014

Il ragazzo-cane

Ho appena finito di leggere questo libro:


Dimenticate la copertina, che non è rappresentativa della storia. La lettura mi ha completamente assorbita per qualche giorno, e, devo dire, anche una notte. Avevo interrotto perché a un certo punto bisogna pur dormire, ma il pensiero di Romochka e dei suoi cani mi inquietava profondamente. Mi sembrava una vicenda a tratti inverosimile, sebbene fortemente coinvolgente. Dal Libro della giungla al Ragazzo selvaggio di Truffaut, dal Ragazzo gazzella di Jean-Claude Armen a Kaspar Hauser il tema è affascinante e denso di implicazioni psicologiche e scientifiche. Chi ama gli animali, chi ha un profondo rapporto con loro, chi si interroga sui processi di domesticazione e sulle modalità con le quali uomo ed animale comunicano e interagiscono, non può non esserne colpito.
Sarete travolti dall'ansia, dal dolore, pagina dopo pagina.

Ivan Mishukov, il ragazzo-cane
Una breve ricerca sul web mi ha restituito, oltre alle foto di Ivan Mishukov, il dog boy del libro poi adottato, la storia dei ragazzi di strada di Mosca e le incredibili abitudini dei cani randagi: come racconta il libro, prendono davvero la metropolitana. 
Il mondo underground delle stazioni e dei treni è uno dei loro territori di caccia.










Ogni mattina, puntuali come orologi, salgono a bordo la metropolitana, iniziano la loro routine quotidiana nel caos della città. Questi sono i cani randagi che vivono nella periferia di Mosca e fanno i pendolari sui treni da e per il centro della città in cerca di cibo. Poi tornano alle periferie dove trascorrono la notte.
Gli esperti che li studiano dicono che di solito scelgono le carrozze più tranquille nella parte anteriore e posteriore del treno, e cooperano per assicurarsi di scendere alla fermata giusta, valutando il tempo del tragitto. Si pensa che il fenomeno sia iniziato dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1990.
Il dottor Andrei Poiarkov dell'Istituto di Ecologia ed Evoluzione di Mosca ha dichiarato che i complessi industriali trasferiti dal centro della città alla periferia sono utilizzati dai cani senza casa come rifugi. Poiché le risorse di cibo abbondano nel centro della città, i cani hanno dovuto imparare come viaggiare in metropolitana.
Egli dice anche che hanno imparato a saltare sul treno secondi prima che le porte chiudano, rischiando di lasciarci la coda: ma lo farebbero per divertimento. E a volte si addormentano e scendono alla fermata sbagliata. "I cani hanno anche incredibilmente imparato ad usare i semafori per attraversare la strada in sicurezza", aggiunge Poiarkov. E usano astuzie per ottenere gustosi bocconcini.

Le drammatiche storie dei bambini senza casa in Romania e in Russia sono raccontate in documentari come questo, di Hanna Polak e Andrzej Celiński:



Il termine bomži usato per definire il piccolo Romochka significa “persona senza fissa dimora”.
Bomž è un neologismo derivato dalla definizione Bez Opredelënnogo MestoŽitel'stvo (Senza Fissa Dimora- fonte).